Arts&Foods in Triennale a Milano

25 Maggio 2015

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Sul sito di Expo si legge “Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che farà ricorso a differenti media così da offrire un attraversamento temporale, dallo storico al contemporaneo, di tutti i livelli di espressività, creatività e comunicazione espressi in tutte le aree culturali.”

Arts & Foods (la mostra in Triennale a Milano fino al 1° Novembre curata da Germano Celant e con l’allestimento dello Studio Italo Rota) cerca di far rivivere in modo cronologico gli sviluppi e le soluzioni adottate nel corso degli anni per consumare il cibo raccontandole attraverso le testimonianze di artisti, scrittori, film makers e fotografi. Un viaggio lungo le stanze in cui sono ricreati gli ambienti che fanno rivivere il percorso dall’Impressionismo al Divisionismo alle Avanguardie storiche, dalla Pop Art ad oggi. Dal 1850 ai giorni nostri.

Il progetto racconta il contatto tra arti visive, arti industriali e la cultura di massa.

Troverete gli strumenti utilizzati in cucina, ricostruzioni di bar e ristoranti e un percorso attraverso i mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio. Vedrete come erano preparati i cibi, la loro distribuzione e condivisione sia nella sfera privata che in quella pubblica. Un mix di quadri, oggetti, sculture, elettrodomestici, fotografie, libri e copertine di dischi.

Vedrete i brevetti alimentari, l’importazione in Occidente di nuovi cibi presentati e diffusi tramite le Esposizioni Universali, la rappresentazione del prodotto nell’arte degli anni Sessanta, il packaging e la pubblicità di massa.

Vi capiterà di passare attraverso la ricostruzione di un bar in cui fermarvi a guardare i manifesti di Campari, passerete di fronte a un Kitsuke (ovvero la divisa teatrale giapponese) o a un set per il picnic, a elettrodomestici non più in uso. Vi ritroverete a soffiare le candeline della “Useful Art No.3” di Edward e Nancy Reddin , passerete di fronte all’opera di Vanessa Beecroft ma anche ai dipinti di Gauguin, Ensor e Braque.

Non mancano Andy Warhol con la sua Campbell’s soup e il libro sulla cucina futurista di Marinetti “Questo libro è più drammatico e più piccante di un romanzo poliziesco e di un romanzo erotico. La più grande agitazione polemica: 2000 articoli in tre mesi su tutti i giornali del mondo. Risposta ai difensori della pastasciutta. 200 formule di cucina futurista per ristoranti e quisibeve. I pranzi meno costosi è più rallegranti”.

E ancora la fotografatissima scritta EAT di Robert Indiana” The Electric Eat” del 1964, il baracchino del Mc Donald’s e l’opera “Bread with Egg” di Jeff Koons, la casetta di pane di Urs Fischer, gli  igloo coperti da pane azzimo di Mario Merz.

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